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martedì 6 settembre 2016

IL VENTO CHE MI PORTA LONTANO

Di Mara Ruggieri


"Da tempo maturavo l'idea di questo 
libro testimonianza, un'occasione sentita, 
doverosa per raccontare, ricordare 
con gioia pagine di vita vissuta, 
ricordi personali"







Edizione recensita del 2009

Edizioni Croce (pag. 156)

Siamo dinanzi ad un'autobiografia in cui l’autrice, Mara Ruggieri, racconta la sua vita con una serie di brevi racconti, dove rivela i suoi pensieri e fa risaltare la sua particolare sensibilità, che una persona con una grave disabilità può sviluppare, nella sua grande gioia e forza di vivere.
Il libro si dipana in diverse parti; inizia ad Itri, un piccolo paese del Lazio, nei primi anni ’50. Mara racconta la sua infanzia, sognando un principe azzurro. E’ affascinata dalle favole come quasi ogni bambino.
Nel corso dell'adolescenza vede aumentare le sue difficoltà, e riconosce di dover dipendere molto dagli altri ma, sempre con estrema serenità, accetta le conseguenze della malattia, da sempre parte di lei e impara quotidianamente a conviverci.
Colpisce la lucidità delle sue parole, come la chiarezza e la sincerità: nel libro non nasconde, né sottintende alcunché della sua storia, neanche le vicende più dolorose, più delicate.
Mara rivela una memoria, sia quella visiva, che quella storica, che hanno del fenomenale: nelle descrizioni dei luoghi lontani, nel ricordare particolari di vicende anche remote nel tempo, storie, persone conosciute.

Già, da ora posso affermare che siamo davanti ad un testo molto bello, scritto bene e non solo, per le descrizioni, che rendono il lavoro veramente pregevole.
E’ significativo il fatto che l’autrice sia una completa autodidatta, cioè, non ha avuto la possibilità di frequentare la scuola dell’obbligo, a causa di una poliomielite che la colpisce a soli 12 mesi di vita. Ma, con un grande fame di imparare e sete di scoprire, vedendo i suoi fratelli e le sue sorelle che vanno a scuola e che imparano tante cose, prende la decisione di far da sé: con un grande coraggio e una costanza ineguagliabile, tutti i pomeriggi prende i loro quaderni e ricopia i compiti che loro hanno fatto a scuola ogni giorno!

Un altro aspetto che rende pregevole il volume sono i “segni” che avvengono nella vita e  che Mara riesce a cogliere ed interpretare, anche quando si sono presentati in un tempo di prova, per le difficoltà e per le sue sofferenze fisiche e personali, come racconta nella sua autobiografia.
In particolare, l’incontro avvenuto durante un pellegrinaggio a Lourdes, che Mara ha fatto con l’Unitalsi, dove ha casualmente conosciuto un giovane prete, Don Andrea Santoro, appena ordinato sacerdote, anch’egli nel gruppo dei pellegrini.
Da quest’incontro scaturirà un’amicizia sincera e profonda con Mara.

Don Andrea Santoro era quel prete romano che, in un giorno della sua vita, decise di lasciare la sicurezza del servizio in una parrocchia romana, e di partire per l’Oriente, in terra turca, per sostenere assieme ad un piccolo gruppo di cristiano-cattolici, una convivenza tra culture e religioni diverse. Terra, dove, nel febbraio del 2006, forse per mano di un fanatico, Don Andrea purtroppo rimase ucciso a Trebisonda, in circostanze mai ben chiarite.
A Roma, spesso Don Andrea e Mara si rivedevano; un giorno Mara e Carmelo, il suo fidanzato – anch’egli gravemente disabile – si rivolsero proprio a lui per celebrare le loro nozze.
Don Andrea accettò di buon grado e benedisse la loro unione.

Altri segni distintivi che emergono nella sua storia e che sono ben chiari nel libro sono l’amicizia, la facilità con cui Mara riesce sempre a relazionarsi con chiunque. Una voglia di amicizia che è sempre stato un tratto distintivo e che tante volte ha salvato la sua vita da tante complicazioni.
Inoltre, un altro aspetto centrale della sua vita e che caratterizza le sue giornate è una grande e profonda fede in Dio, che non vacilla e non viene mai meno!
Eppure, avrebbe potuto dire: “Guarda come mi hai fatto diventare”, ma, invece di far prevalere un pur comprensibile lamento o vittimismo, Mara fa emergere sempre nelle sue parole, quanti doni abbia ricevuto, doni per i quali ringrazia sempre.
Narra racconta in modo commovente il momento in cui ha deciso di iniziare il rapporto, un vero e proprio colloquio con il Signore.

In uno dei passi più commoventi, Mara racconta come sia riuscita ad avere la sua prima carrozzina. Prima di ottenerla, aveva enormi difficoltà ad uscire di casa, specialmente quanto viveva ancora nella scoscesa Itri.
Il colloquio con il Signore diverrà decisivo per la sua vita. 
Ad un certo punto racconta un fatto che modificherà completamente la sua vita.

Da ragazza, quando i suoi fratelli si recavano alle feste che si svolgevano in paese, Mara attendeva a casa il loro ritorno, per chiedere loro notizie, incontri, un racconto della festa. 
E loro portavano per lei un po' di dolci, nel tentativo di consolarla per la sua mancata partecipazione.
Un giorno,in occasione di una nuova festività, chiese loro di portarle, invece dei soliti dolci, un palloncino di quelli che possono volar via, dicendo: “Poi vedrete a cosa mi servirà…”
Nell’attesa del loro ritorno Mara scrive una lettera con il cuore, in cui spiegava le difficili condizioni di vita della sua famiglia non benestante e del suo grande desiderio – quasi impossibile fino a quel momento – di uscire, vedere gente, incontrare, parlare con altri, andare al mercato, fare la vita del paese come gli altri giovani. Ed enunciava la sua richiesta fondamentale per lei: ricevere in regalo una carrozzina per essere finalmente libera!
Fuori dalla busta, scrive il seguente destinatario: “A Gesù Bambino in Cielo”.
Al loro ritorno i fratelli portano il palloncino richiesto. Mara protegge la sua lettera con il cellophane per evitare che si bagnasse con la pioggia, la lega al palloncino che, poi, fa volare via.
Alcuni giorni dopo, arriva ad Itri, un pulmino con alcune persone provenienti da Villa Literno, che vanno dal parroco del paese a chiedere se conoscesse una tal Mara Ruggieri, spiegandogli che un parrocchiano di Villa Literno aveva ritrovato nel sagrato della chiesa un palloncino a cui era legata una busta. S’era capito subito la straordinarietà della vicenda già nel leggere il destinatario della missiva: “A Gesù Bambino in Cielo”, per l’appunto.
Colui che rinvenne la missiva, la lesse ed immediatamente la portò dal parroco, il quale pensò, a sua volta, di leggerla alla Messa, comprendendo che si trattasse di una seria richiesta di aiuto, a cui dar seguito.
Le persone giunte ad Itri in pulmino niente erano che la delegazione dei parrocchiani di buona volontà, che si volevano prendere a cuore quella richiesta di Mara… così incredibilmente piovuta dal cielo!
Conobbero Mara, parlarono con lei e, al termine della giornata, la salutarono con la promessa che presto si sarebbero rivisti.
I parrocchiani di Villa Literno organizzarono così una colletta e in poco tempo riuscirono ad acquistare la carrozzina che regalarono a Mara.
Ora era libera di uscire di realizzare tutti i suoi sogni, che per tanti anni erano rimasti chiusi in casa.
Iniziava, così, per Mara una nuova vita.

Con questo significativo episodio intendo esplicare quello che, forse, è il segno più bello e dirompente nella vita di Mara: il desiderio di riuscire ad avere una vita degna, libera, una vita che è arrivata a sperare l’insperabile per migliorare la sua condizione! E in che modo vi è riuscita!
Tanto da esser riuscita a pubblicare la sua autobiografia partendo da una condizione di analfabetismo!

Per concludere, in questo testo si può leggere tra le righe un vero e proprio inno alla vita, pur con tutte le difficoltà quotidiane, che vengono descritte con cura, ma ha anche dimostrato che con l’aiuto, anche saltuario di altri, ci ha dimostrato che si può vivere anche da disabili gravi, e che vita!
Insomma, Mara ci ha raccontato un sogno che ha visto realizzarsi, in un tempo così carente di sogni e di speranze e, con i suoi limiti, ha ottenuto che si realizzasse il suo sogno più grande: quello di una vita vissuta con tanti amici, bella e dignitosa, in cui nulla, o quasi, le è stato impossibile.

Germano Baldazzi

Roma, 02 settembre 2016

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