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venerdì 19 maggio 2017

PACE IN NOME DI DIO

Lo spirito di Assisi tra storia e profezia (1986-2016)


Di Paolo Fucili


ταυ editrice, 2016 (97 pp,)

L’autore, giornalista professionista e vaticanista accreditato presso la Sala Stampa della Santa Sede, inizia il suo lavoro narrando i “prodromi” del pensiero di Papa Giovanni Paolo II sulla pace.

Al secondo capitolo si arriva già al nocciolo:
Correva l’anno (della pace) 1986”.

E’ la narrazione di un cammino, che poi diverrà persino pellegrinaggio tra diverse città e paesi e l’autore entra nel merito dei diversi incontri, soffermandosi in alcuni dei passi più significativi.

Il 1986, fu teatro di un evento eccezionale, quanto straordinario: l’invito di Papa Giovanni Paolo II a tutti gli esponenti delle religioni del mondo: quelle “abramitiche”, come quelle asiatiche, tutte nell’ottica di digiunare e pregare per la pace nel mondo, ancora troppo funestato da guerre.
Un invito a niente altro che fermarsi a meditare e a pregare per la pace.

Il pontificato di Wojtyla è stato lungo, quasi 27 anni, nei quali, questo pontefice, “visionario” e “profetico” (i virgolettati sono dell’autore), ha saputo realizzare forse il più grande evento religioso del Novecento dopo il Concilio Vaticano II. Inoltre, perché ha saputo leggere, tra le righe della cronaca, la corrente sotterranea che la Storia stava scrivendo, con eventi che cambieranno, di lì a poco, la vita di tantissimi paesi, ponendo fine ad un sistema mondiale bloccato dalla Guerra Fredda.

La Ostpolitik - caldeggiata da una parte della Curia, ma in cui Papa Giovanni Paolo II non confidava, perché lui voleva la caduta del comunismo - aveva la massima aspirazione di salvare il salvabile. Ma, Wojtyla vide oltre: la sua fede e la sua tenacia lo portarono a preparare quella che poi sarà la spallata finale per la caduta dei regimi.

L'autore racconta come la profezia di Papa Wojtyla sia stata raccolta e condivisa da tantissimi religiosi e non solo, ma, all’inizio, nel 1986 forse solo lui ci credeva. Anzi, oltre a vivere in un sistema bloccato, il mondo sembrava veramente ad un passo dal baratro, per via delle innumerevoli armi nucleari armate e puntate dai due blocchi.

In questo scenario, anche le religioni parevano paralizzate, come impossibilitate a fare pace o ad essere costruttrici di pace.
Wojtyla seppe ridare alle religioni, nota l’autore, la speranza di poter fare qualcosa in un mondo politicamente immobile, cioè quello che dovrebbero saper fare meglio: pregare, impegnarsi perun’insistente e fervorosa preghiera”.
I rappresentanti delle diverse religioni 


Pregare e digiunare in semplicità, non tutti insieme in un inutile sincretismo, ma

gli uni accanto agli altri e non più gli uno contro gli altri”.

Il luogo scelto dal Papa era fortemente simbolico, ben accetto anche alle altre religioni: la cittadella di San Francesco d‘Assisi.


Assisi 1986 piazza San Francesco
L’autore si sofferma in maniera approfondita, sia nel racconto, che nell’organizzazione di quella storica giornata, cogliendone elementi centrali, per poi proseguire nella narrazione dei successivi incontri, perché l’Evento di Assisi non rimase un appuntamento unico.
Fu, invece, l’inizio di un cammino, di un pellegrinaggio di pace, che si è ripetuto ogni anno, per 30 anni, con fedeltà. E i frutti, inattesi o inaspettati, nel dialogo, incontro, scoperte, furono vari.

In tanti si sono uniti al cammino, qualcuno ha anche cambiato opinione sull'utilità di un simile incontro. È questo il caso del Card. Joseph Ratzinger che, da cardinale, era preoccupato dai rischi di sincretismo o di equivoci che potevano emergere, ma, Papa Benedetto XVI seppe comprendere la forza e la lungimiranza di quel convenire delle religioni, recandosi anche lui in pellegrinaggio alla Preghiera che si svolse a Napoli.

Verso la fine del suo lavoro, l’autore, parla di

una storia parallela a quella dei papi, degna di speciale menzione”:

fa riferimento alla Comunità di Sant’Egidio, al suo fondatore Andrea Riccardi. Egli pensò che l’evento di Assisi non dovesse rimanere unico, come se fosse una bella foto da incorniciare; bensì un cammino da proseguire, fedelmente. E questo “convenire”, che ha creato una vera rete di preghiera, unita anche a rapporti fraterni, di amicizia, di incontri fedeli per ascoltarsi, ha dato un enorme valore.

Nel volume c'è anche il contributo di Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, che racconta il ruolo e il cammino che la Comunità ha compiuto negli anni, perché la profezia, i risultati, i frutti dello spirito di Assisi non andassero perduti.

Il libro si conclude con un episodio di cronaca recente: il cammino era iniziato dall’ormai storico evento di aver riunito, per la prima volta, tutti i capi religiosi ad Assisi per pregare per la pace, e termina con la cronaca quotidiana dell’ultimo atto: la partecipazione di Papa Francesco al Trentennale degli Incontri Internazionali di Preghiera per la Pace, ancora una volta, ad Assisi.

Uno dei pregi di questo volume è che non vuole essere una sorta di diario dei vari appuntamenti, ma si tratta di un testo fedele agli eventi che narra; in cui l’autore ha saputo cogliere con acume la profetica intuizione di Giovanni Paolo II. 
Papa Francesco interviene alla 30 della Preghiera di Assisi 1986

Molto profondo anche il contributo portato dall’improvvisa, imprevista partecipazione di Papa Francesco.

Scelta, quella di Papa Francesco di andare ad Assisi, ad ulteriore conferma che, il primo incontro di 30 anni prima, non era stato

un fatto isolato… una santa stravaganza del Papa…”,

scrive l’autore citando un ricordo di Andrea Riccardi, bensì una cronaca che si è fatta storia e che non ha ancora terminato il suo cammino.


18 maggio 2017
Germano Baldazzi