Di Kent Haruf
Edizione recensita del
2015. NN Editore
(pp. 277)
Benedizione è il primo volume della " Trilogia della pianura ”.
L’incipit di questo primo volume della trilogia trasmette
il messaggio di essersi imbattuti in un testo noir, drammatico:
“Appena gli esiti
dell’esame furono pronti, l’infermiere li chiamò nell’ambulatorio, e quando il
medico entrò nella stanza diede loro un’occhiata e li invitò a sedersi.
Capirono come stavano le cose guardandolo in faccia.
Avanti, disse Dad
Lewis, dica pure.
Temo di non avere
buone notizie per lei, disse il dottore.
… ".
… ".
I primi sei capitoli ci narrano le vicende dei due primi
protagonisti, già avanti con l’età, che si imbattono nella dura realtà di
una malattia senza soluzione, come se fosse iniziato un percorso di sola andata.
Dad e Mary, si trovano di
fronte ad un’improvvisa cruda realtà: la malattia, una malattia che si esaurirà solo con la morte del primo. La figlia della coppia, Lorraine, entra
nella scena appena messa al corrente.
E' un romanzo sulla fine vita di Dad Lewis, un piccolo
imprenditore del Colorado fattosi da sé e della sua complicata famiglia, in cui
c'è anche Frank, figlio enigmatico fuggito di casa, che non riesce a
riappacificarsi con il padre nemmeno sul letto di morte.
Le sorprese non si fermano qui: al capitolo successivo, ora è
Mary a star male e, d'improvviso, perde i sensi e cade.
Poco dopo si capirà che la donna crolla solo perché
sfinita dalla tensione emotiva dovuta dalla situazione di Dad cadutale addosso oltre al carico di lavoro, nonostante la sua non più giovane età.
Ora, l’attenzione dello scrittore cade sulla vicina di
casa Berta May, la quale viene allertata da Mary preoccupata per il marito lasciato
solo a casa. Con lei entrano in scena altri due attori interessanti: una nonna
con la nipote Alice che le è stata affidata perché ha perso i genitori. La
bambina è sveglia e simpatica e inizia a conversare con il vecchio malato,
presto gli confida che la madre è morta per il male che ha anche lui.
Dopo una semplice ma profondissima conversazione, la bambina raggiunge la nonna che nel frattempo le aveva sistemato
Tre giorni dopo, improvvisamente ricompare a casa la moglie, frettolosamente dimessasi dall’ospedale, preoccupata delle condizioni del marito.
Dopo un’apparizione iniziale, torna in scena la figlia femmina di Dad e Mary, Lorraine, che lavorava fuori città, e viene messa al corrente dei malanni dei genitori. Lei tornò a casa per sincerarsi della situazione.
In effetti Dad è già profondamente malato e il suo aspetto
inizia a dar segni più evidenti.
La famiglia conosce e frequenta una comunità parrocchiale.
Ma, la realtà della malattia prende il sopravvento in
questa fase e Dad si ricovera in un hospice con un’infermiera attenta e premurosa,
per effettuare la terapia del dolore.
I primi sei capitoli ci presentano la realtà di un angolo
della vita quotidiana della cittadina di Holt, in Colorado. Le storie degli
abitanti della piccola cittadina si intrecciano nei diversi rivoli della vita.
Dopo aver fatto conoscenza con quelli che diverranno i
principali protagonisti, ma non gli unici, la scena si sposta completamente, ci
troviamo con Laurie e Ronald, sempre in Colorado, i quali vanno dal pastore
Lyle per ottenere di sposarsi, subito. E così ottennero.
La sera il pastore racconto a cena alla moglie e al figlio della coppia, e ascoltano in silenzio. Dopo, una volta che Lyle esce di casa, il figlio mostra alla madre tutto il suo malessere per le parole del padre, per la nuova sistemazione in un paese nuovo per loro.
Si cambia ancora scena, ora si fa la conoscenza di Willa e di sua figlia Alene, che sono parte della comunità parrocchiale di cui fanno parte anche Dad e Mary, le quali si recano in città dalla campagna dove vivono.
Willa e Alene si ritrovano entrambe sole, la prima dopo una vedovanza e la seconda dopo un’unione mal riuscita, e confrontano le loro solitudini. La madre cerca di consolare la figlia dicendo, da madre esperta e navigata che dimenticare sarà la terapia adatta, nell’attesa dell’arrivo degli acciacchi di un’età senile, dolori che diverranno come gli inesorabili protagonisti di una vita che scorre, inesorabile. Una volta che avrà preso consapevolezza di ciò, inizierà a stare meglio, le dice la madre Willa.
L’autore nei capitoli ci conduce, mediante piccoli salti, da una
situazione con dei protagonisti, ad un'altra con ulteriori protagonisti, come
piccole tessere di un puzzle assemblate in modo maestrale dall’autore, il quale ci guiderà ad
intersecarle insieme, fino a completare e a conoscere la figura della complessa
vita della cittadina di Holt.
Con un repentino balzo all'indietro, l’autore compie un excursus
sulla vita di Alene, narrandoci la sua vita prima che tornasse a casa dalla madre.
Lei è una giovane insegnante a Denver. In una riunione di
lavoro conobbe un uomo, il preside di un’altra scuola. Scoccò una scintilla tra
loro e si rividero poi a cena.
Al termine della serata, con molta delicatezza, l’autore racconta che la serata termina a scaldarsi insieme nel letto nella sua stanza, consumando un tenero rapporto.
Ma il quadro si interrompe, con lui che deve rientrare a
casa dalla sua famiglia, nonostante i suoi tentativi di fermarlo. L’autore non
ci dice mai il nome dell’uomo.
In paese arriva un Pastore, un Reverendo di nome Lyle, che
con le sue parole predica la verità e la non violenza sempre con passione.
Anche in questa figura c’è qualcosa da capire, ma che l'autore non intende rivelare da subito.
Il Reverendo ha un figlio, John, che si reca ad Holt per
studiare. Conosce subito una ragazza e si concedono ad intimi piaceri.
Kent Haruf, con il suo stile a saltelli, ora ci fa ritrovare Dad, il quale
parla ai suoi lavoratori del futuro, quando lui non ci sarà più e accenna al
fatto che la figlia potrebbe sostituirlo a dirigere l’azienda che ha creato e
fatto crescere con l’impegno di una vita.
Ora, con un nuovo gran salto all’indietro di 37 anni, l'autore inizia a riannodare i fili della storia: il figlio di
Dad è sorpreso a giocare a casa con un amico indossando i vestiti della sorella. Il
padre li rimprovera e il figlio gli si rivela chiaramente le sue preferenze
sessuali. La scena termina con il padre furibondo che rimprovera e picchia il
figlio, ma che non rivela al resto della famiglia l’accaduto. Conserverà dentro
di sé il bruciore di un figlio non conforme alle canoniche aspettative di un
genitore.
Dad sente il peso dell’assenza del figlio, ora che le
forze vengono a mancare e che è consapevole di avere poco tempo ancora a disposizione. Forse, vorrebbe salutarlo
un’ultima volta, nonostante la rottura tra i due, ma non rivela il suo tremendo
segreto e non ammette il suo grande, estremo desiderio.
I protagonisti sono chiamati a fare i conti con la vera
natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell'amore. Per alcuni di
loro è tempo di bilanci, di tirare le somme del loro operato e di ciò che
lasceranno.
Il romanzo è scritto con una prosa essenziale, a tratti
può essere scarna, ma è molto efficace, difficilmente ci si perde, nonostante i
repentini cambi di scena a cui l'autore ci sottopone!
Un bel romanzo, scritto molto bene, difficilmente annoia,
anzi richiede un notevole sforzo di attenzione per non perdersi tra le vie e le
case dei vari protagonisti di questa cittadina periferica, dove ogni
personaggio diviene inevitabilmente protagonista.
Alcuni personaggi sono complessi, l’autore ce lo fa capire
negli excursus storici narrando qua e là gli episodi della vita precedente alla
presente narrazione.
Alcuni tratti sono molto attuali, vedi la figura del
reverendo Lyle: memorabile il suo sermone sul “Discorso della Montagna” di Gesù…
“porgete l'altra guancia, amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi
fanno del male…”, che però non viene accolto molto bene dai fedeli e nemmeno da
i sui famigliari che lo ascoltano. Siamo negli anni di guerra al terrorismo e
nel dopo l'attentato alle Torri gemelle!
Lo stile, nonostante gli anni caldi in cui scrive è
sobrio, pacato, mai con una parola sopra le righe.
Al termine della lettura, dopo aver seguito tutto l’affaccendarsi dei vari protagonisti, penso che il titolo che il Kent Haruf avrebbe potuto dare anche un altro titolo: “Pacificazione”!
O, forse, è semplicemente l’unico atto cui i protagonisti vorrebbero far proprio, ma
non sempre ne sono in grado o capiscono la salvezza di benedirsi tra loro.
26 agosto 2016